Intervento di Andrea Cirincione al Convegno AIFOS del 3/10/2014
Sala Consiliare del Comune di Pescara
L’esperienza professionale di questi anni ha rilevato un interesse crescente verso il fenomeno dello stress, in parte per le previsioni dell’art. 28 del D.Lgs. 81/08 e per altra parte a causa della crisi che ha esacerbato gli elementi del disagio sociale dentro e fuori dalle aziende.
E’ rilevante esaminare la percezione del fenomeno, che ha caratteristiche ormai inquadrate e riconoscibili, ma s’installa in sistemi di valore assai differenti. Chi si disinteressa completamente, chi adempie l’obbligo, chi prova a far qualcosa, e chi realizza progetti di benessere organizzativo.
La semplice nozione che “l’uomo è misura di tutte le cose” spinge a ritenere che il miglioramento delle condizioni di equilibrio psico-fisico individuale siano importanti non solo per una “cura” del disagio, ma ben al di là riflettano un’attitudine innata umana ad affrontare le sfide, anche le più difficili.
Passare dalla “sensazione” di stress come un dato misurabile -tutto sommato immobile e morfologico- relativo a uno status quo non modificabile, ad una “percezione” di stress come spinta motivazionale verso il cambiamento è una delle sfide più importanti che abbiamo di fronte in questa fase storica.
La soggettività umana è il carattere specifico ed evolutivo che ha permesso in tutte le epoche di affrontare le situazioni reali, e il messaggio che vogliamo trasmettere è di passare da un modello di “assolvimento e consapevolezza” in tema di stress a un modello di “azione e cambiamento” in tema di performance.
Le dinamiche dello stress impongono attenzione ai “tempi” di esposizione e alle “dosi” di carico sull’individuo, ma noi crediamo sia necessario passare dalla logica “individuale” a quella del gruppo stressato in senso disamonico e perciò produttore d’inefficienze non dipendenti da cause “esterne”.
Conosciamo bene lo scetticismo che attraversa la mente di molti, ma crediamo fortemente negli strumenti di armonizzazione delle tre grandi aree dalle quali emerge il benessere organizzativo:
- il Fattore Umano, le prestazioni e ai limiti;
- l’Organizzazione aziendale, i fattori esogeni che influenzano le prestazioni;
- la Psicologia, i fattori endogeni alla base delle idee e dei comportamenti umani.
Gli interventi coordinati e multidimensionali, che coinvolgono gli attori interni ed esterni all’azienda, possono produrre risultati molto evidenti nella direzione di quella “Azienda Resiliente” che deve essere la protagonista della ripresa nel nostro Paese.