L’esperienza di maternità

Pubblico un sunto della mia tesi di laurea che, nonostante i tanti anni passati, a mio avviso è ancora densa di spunti per riflettere.

Tesi di laurea di Andrea Cirincione

L’ESPERIENZA DI MATERNITA’

INCHIESTA SU GESTANTI E PUERPERE PRESSO UN OSPEDALE LOMBARDO

Relatore: VANDA L. ZAMMUNER

Introduzione

Con questa indagine ho cercato di evidenziare le aree di intervento, in ambiente ospedaliero, per migliorare l’esperienza di maternità, attraverso l’analisi del vissuto di chi tale esperienza la vive.

Mi sono avvalso di due diversi questionari, appositamente predisposti, che ho somministrato:

  • uno alle gestanti, che hanno partecipato al corso di preparazione al parto organizzato presso l’ente ospedaliero in esame

  • uno alle puerpere che hanno partorito presso la divisione ostetrico-ginecologica dello stesso ospedale lombardo

Nella prima parte della trattazione ho affrontato il tema della maternità in alcuni aspetti generali. Ho effettuato le ricerche bibliografiche coi seguenti criteri:

  • uso di parole-chiave nello PsycLIT Database (birth, confinement, coping, emotion, gestation, hospital, maternity, nursing, organization, pregnancy, prophylaxis, rooming-in, stress, suckling)

  • esame dell’archivio delle riviste: “Nascere” (rassegna scientifica di psicologia e assistenza alla nascita) dal 1973 ad oggi; “Psicologia contemporanea” dal 1983 ad oggi.

Nel complesso gli argomenti teorici a fondamento della ricerca sono:

  • la nascita dei figli è da sempre un fenomeno sociale e culturale, anche oggi che viene diffusamente vissuta in ospedale

  • tra i problemi della cosiddetta “medicalizzazione” del parto, quello dell’autonomia generativa è tra i più dibattuti; sembra infatti che l’ interventismo medico diminuisca le probabilità che la donna viva il parto in modo spontaneo e fisiologico

  • il vissuto emotivo di gestanti e puerpere è riconducibile essenzialmente al fenomeno dell’ansia; l’evento-parto sarebbe oggi vissuto in modo meno istintivo che in passato, anche a causa del ruolo della donna, più complesso e responsabilizzato

  • vengono postulati due modelli antitetici di identità sociale (Capello, 1997):

a) uno “tradizionalista”, passivizzante, romantico, fondato su un’etica del sacrificio

b) uno “performativo”, attivante, efficientista, fondato sull’etica dell’autonomia e della competenza.

Ipotesi principali

a) Ho ipotizzato che un atteggiamento verso la maternità più “performativo” predisponga all’ansia il soggetto.

  • Per confermare l’esistenza di due modelli “antitetici” di atteggiamento ho disposto una scala che ho denominato SAM (Scala di Atteggiamento verso la Maternità)

  • La misura del livello di ansia è stata ottenuta mediante una scala specificamente approntata per la gestazione, denominata EGQ (Experience of Gestation Questionnaire)

Entrambe le scale, SAM e EGQ, si trovano nel “Questionario per Gestanti”.

b) Ho verificato l’ influenza sull’ansia di alcune variabili indipendenti dalla personalità del soggetto:

  • un lavoro “soddisfacente” è supposto arginarla; la variabile che ho usato è denominata ISGAL (Indice di Soddisfazione e Gratificazione nell’Attività Lavorativa)

  • eventi stressanti potrebbero favorirla; in particolare ho esaminato il lutto.

c) Ho quindi indagato i fattori attribuzionali dell’esperienza di parto, ovvero “a chi” e “a che cosa” i soggetti attribuiscono la qualità del proprio vissuto.

  • L’ipotesi è che i soggetti facciano affidamento più su fattori “esterni” che sulle proprie forze.

Ho evidenziato l’influenza di alcune variabili indipendenti relative ad alcuni tipi di “supporto” avuto:

in gravidanza, mediante due variabili fattoriali: AIG-1 (marito e ginecologo); AIG-2 (amici, manuali/riviste, corso pre-parto, altro)

al momento del parto, mediante quattro variabili fattoriali, una per ogni tipo di “dimensione attribuzionale” interna/esterna e stabile/instabile (DIS, DII, DES, DEI)

Le misure di queste variabili sono contenute nel “Questionario per Puerpere”, somministrato ai soggetti prima delle dimissioni.

d) Ho anche vagliato l’ipotesi che livelli elevati di ansia, prima del parto, rendano più difficile il vissuto del puerperio.

  • In particolare ho supposto che le gravidanze “programmate” siano più ansiogene di quelle “non-programmate”.

  • Ho anche testato le differenze di problemi nel postparto tra chi ha partecipato ad un corso preparto, interno o esterno all’ospedale, e chi non.

Metodologia della ricerca

Lo strumento d’inchiesta è il questionario autosomministrato, anonimo e strutturato. I due questionari usati hanno in comune i criteri utilizzati in fase di costruzione, per esempio:

  • la scelta di variabili di tipo psico-sociale

  • l’uso di scalometri di tipo Likert a quattro intervalli

La prova delle ipotesi è stata ottenuta sia attraverso l’analisi dei dati di ogni singolo questionario, sia mediante il confronto tra pre- e post-parto, relativo ad un sub-campione(n=71 soggetti), che li hanno compilati entrambi.

L’inchiesta nella fase preparto

La popolazione è costituita da N=130 gestanti, ovvero tutte coloro che hanno frequentato il corso di preparazione al parto tenuto presso la struttura ospedaliera, in sei mesi (giugno-novembre).

Il corso viene ripetuto a cadenza mensile. Le lezioni vertono su argomenti specifici, tranne l’ultima che è invece orientata ad una discussione più aperta e “libera”. E’ in occasione di questi ultimi incontri che, verso la fine del dibattito, ho personalmente presentato il questionario, spiegandone gli scopi ed invitando le signore alla compilazione volontaria (senza l’ausilio dei mariti). Nessun soggetto ha declinato l’invito alla compilazione, che è avvenuta contestualmente.

L’inchiesta nella fase postparto

Il campione è composto da N=270 puerpere, circa il 65% della popolazione di soggetti potenzialmente disponibile; l’arco temporale di durata dell’inchiesta è durata otto mesi (maggio-dicembre).

Il questionario è stato consegnato a ridosso delle dimissioni, in genere alla terza giornata postparto, senza fornire indicazioni particolari. Per la restituzione è stata prevista una cassetta apposita ove le signore potevano personalmente imbucare i fogli.

L’analisi dei dati e le principali variabili introdotte

Per alcune variabili ipotizzate a priori, ho verificato la validità di costrutto; a tal fine ho scelto la tecnica dell’analisi fattoriale confermatoria.

Per altre variabili, non previste dal costrutto, ho utilizzato l’analisi fattoriale esplorativa. Ho preso in considerazione la validità di tutte quelle variabili sintetiche, prodotte agglomerando differenti risposte (almeno due) date dai soggetti.

Per utilizzare i dati nella conferma d’ipotesi, ho fatto ampio ricorso alle variabili fattoriali: invece di calcolare lo score complessivo sommando i punteggi dei singoli items, ho trasformato i punteggi fattoriali in variabili mediante il metodo di stima per regressione. Questa tecnica è particolarmente utile in quanto produce variabili standardizzate, con media = 0 e dev. stand. = 1.

Risultati della ricerca

A) I risultati della subscala SAM (Scala di Atteggiamento verso la Maternità) confermano l’esistenza di due modelli di identità (performativo e tradizionalista); in particolare l’atteggiamento “tradizionalistico” prevale nei soggetti di bassa istruzione.

I risultati della scala EGQ (Experience of Gestation Questionnaire) evidenziano due tipi di ansia della gestante: “affettiva”, legata alla situazione psicologica del soggetto, ed “anticipativa”, legata all’apprensione per ciò che comporta “diventare madre”.

è Tra atteggiamento performativo ed ansia “affettiva” c’è una relazione lineare positiva (r=,371; sign.=,01)

B) Il soggetto più realizzato nel lavoro dimostra una minor ansia gestazionale affettiva. Infatti c’è una relazione inversa tra una variabile che ho denominato ISGAL (Indice di Soddisfazione e Gratificazione nell’Attività Lavorativa) ed i valori, misurati all’EGQ, di ansia affettiva

è Il lutto si conferma quale life event ansiogeno, con particolare riferimento all’ansia affettiva

C) I soggetti della ricerca attribuiscono grande importanza, per la qualità della gestazione, sia al marito che al ginecologo

è Riguardo alle variabili importanti per il momento del parto, il miglior giudizio medio è per l’assistenza offerta per superare le difficoltà ostetriche (dimensione esterna-stabile)

Tra le variabili “interne”, la sopportazione (dello sforzo) conta più del carattere, il coraggio più dell’istinto, ovvero le variabili instabili sono giudicate come prevalenti su quelle stabili. Questo è confermato dalla distribuzione delle variabili fattoriali, che mostra come la variabile DII ha una distribuzione crescente, mentre la DIS si distribuisce attorno alla media.

In definitiva sembra confermarsi il ruolo conscio della partoriente in un evento che viene percepito come poco controllabile.

D) Il punteggio di ansia preparto risulta correlato ad alcune variabili misurate nel postparto, ed in particolare il soggetto ansioso tende ad essere più proteso verso i propri problemi e a dimostrare più disagio nell’occuparsi del bambino. Infatti:

  • il punteggio complessivo di ansia preparto correla positivamente con la variabile dei Problemi Orientati a Sé (r=,278; sign.=,02); ciò va attribuito in particolare all’ansia affettiva (r=,323; sign.=,003)
  • il punteggio complessivo di ansia preparto correla negativamente con l’ISPG, Indice di Soddisfazione nei “Primi-Giorni” (r=-,263; sign.=,03); ciò va attribuito in particolare all’ansia anticipativa (r=-,280; sign.=,02)

è Per quanto concerne il vissuto della gravidanza “programmata”, essa risulta più ansiogena di quella “non programmata”

è Ho confrontato le differenze tra gruppi di puerpere, in funzione dell’aver partecipato o meno ad un corso preparto.

Nei soggetti che hanno frequentato un corso di preparazione al parto si evidenzia una minor ansia al momento del ricovero

Non è però riscontrabile un vissuto migliore nel rapporto percepito tra realtà del parto ed aspettative

I soggetti che hanno frequentato il corso “interno” all’ospedale, rispetto ai corsisti “esterni”, dimostrano punteggi più elevati sulla dimensione attribuzionale esterna-instabile (fortuna ed anestesia), ovvero si sentono più in balìa dell’evento-parto

Di riflesso, sulla dimensione esterna-stabile (assistenza e corso) i punteggi sono più elevati per gli “esterni”, che quindi manifestano una miglior compliance

I soggetti che hanno partecipato al corso preparto presentano valori inferiori di problemi orientati a sé nel postparto (variabile POS) rispetto a chi non ha partecipato, ma i risultati sono meno buoni per i soggetti che provengono dal corso “interno”; questi ultimi presentano punteggi superiori agli altri solo sulla variabile ISG (Indice di Soddisfazione Generale) relativa aspetti più “generali” dell’esperienza nel reparto

è Il rooming-in è generalmente molto gradito ai soggetti, specialmente se primipare, mentre le pluripare si dimostrano più critiche riguardo agli aspetti contestuali del servizio (valori inferiori della variabile FS, Fattore Servizio)

L’atteggiamento verso la maternità di tipo performativo caratterizza i soggetti che scelgono volontariamente di rinunciare al rooming-in

Chi rinuncia al rooming-in, infine, risulta significativamente più ansioso di chi invece lo sceglie

Per scaricare il pdf della tesi completa in testo e immagini, cliccare sul seguente LINK

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